L’ANTICA TRADIZIONE DELLA CACCIA AL PESCE SPADA NELLO STRETTO

C’è una tecnica di pesca antica, unica e per certi aspetti epica, che viene praticata nello stretto di Messina e lungo la costa calabra del Tirreno; una tradizione che viene trasmessa da padre in figlio, da innumerevoli generazioni. Si tratta della pesca del pescespada (o sarebbe meglio definirla caccia) mediante la feluca, la tradizionale imbarcazione progettata appositamente per questa pratica.

La feluca é una imbarcazione in legno, lunga circa 25 metri, caratterizzata da un albero alto dai 20 ai 30 metri (la ‘ntinna), alla cui sommità si posizionano vedette e timonieri, e una passarella molto lunga, alla cui estremità va il fiocinatore (lanzaturi). Dall’alto della ‘ntinna l’avvistatore individua il pesce spada che nuota a pelo d’acqua e lo urla al resto dell’equipaggio, soprattutto al lanciatore appostato sulla passerella. Inizia così un’attività frenetica all’inseguimento del grosso pesce.

Oggi le barche sono a motore e, grazie ad un sistema di trasmissione, il timoniere manovra la feluca potendo disporre di tutti i comandi necessari direttamente sulla cima della torretta, quindi senza perdere il contatto visivo con il pesce spada. Un tempo però le barche erano condotte a remi ed é facile immaginare la fatica e la concitazione durante la fase dell’inseguimento, che si trasformava in un vero e proprio duello tra i pescatori ed il pesce.

In armonia con l’azione dell’avvistatore, il fiocinatore si prepara al lancio dell’arpione posizionandosi all’estremità della passerella. Quest’ultima (a differenza dello scafo) risulta invisibile al pesce, grazie ad una struttura a traliccio che non genera ombra e alla posizione emersa dall’acqua. Ciò permette al fiocinatore di avvicinarsi fino a trovarsi perfettamente al di sopra della preda per arpionarla. L’arpione resta legato alla barca, in questo modo il pesce spada può essere issato a bordo. Ancora oggi l’esemplare catturato viene “segnato”, secondo un antico rito, incidendogli una croce con le unghie vicino l’occhio destro detta “a cardata ra cruci”. Si tratta di un segno di ringraziamento e di rispetto nei confronti della preda.

C’é anche un aspetto romantico e contemporaneamente tragico che fa parte della pesca del pesce spada. Di solito i pesci spada nuotano in coppia, maschio e femmina, e i pescatori riescono a distinguerli per le dimensioni. Per ottenere un bottino doppio i pescatori catturano sempre prima la femmina perché il maschio cerca di prestare soccorso alla sua compagna ferita e, vedendola morire, resta al suo fianco per essere catturato anch’egli dai pescatori. Al contrario, se fosse prima il maschio ad essere catturato, la femmina si darebbe alla fuga.

Il video che segue é di Cristian Freni, un pescatore di 22 anni che da circa 6 anni pratica questo tipo di pesca e fa la vedetta sull’imbarcazione “Aquila di mare”. Sul suo profilo tiktok sono presenti numerosi video della pesca che vi abbiamo raccontato.