I NEET FANNULLONI SICILIANI AL 32%

Un giovane siciliano su tre non studia e non lavora, inoltre non ha progetti per il futuro. Il termine “Neet” (acronimo di Not in Education, Employment or Training) è stato coniato proprio per descrivere i giovani tra i 15 e i 29 anni che vivono in questa condizione. Una volta però si usava il termine “fannulloni”, “parassiti”, “cogl****”. Gente che dovrebbe rappresentare il futuro della regione e addirittura dell’intero Paese ma è ferma in attesa di chissà quale treno che non si decide a passare.

La Sicilia, secondo i dati diffusi dall’Istat, è la regione con il tasso peggiore (32%), contro una media italiana del 19%. I dati siciliani fanno paura se si confrontano con i dati europei. L’Italia, infatti, si trova in fondo dalla classifica Ue27. “Le cause del fenomeno – dice l’Istat – sono riconducibili alla debolezza dell’offerta formativa professionalizzante, alla carenza di efficaci politiche attive sul lavoro, a una scarsa dinamicità del mercato”. Ma l’analisi è incompleta! La variabile interpersonale non la consideriamo? Le cause sono anche queste, perchè i fannulloni e parassiti della società esistono. Proprio per questo il 38% dei Neet non cerca lavoro né è disponibile a lavorare immediatamente (non vuole lavorare n.d.r.). Oltre i tre quarti dei Neet vivono da figli ancora nella famiglia di origine (i famosi “bamboccioni”).

Ma per fortuna ci sono altri giovani che spaccano il mondo: quel 68% di giovani siciliani che studia, lavora, eccelle, s’impegna. Medici, avvocati, ingegneri, operai, camerieri. Giovani che sono pronti anche a girare il mondo per crescere e spesso torna per rendere più ricca la Sicilia. In fondo è la selezione naturale! Classe dirigente e servitù. I Neet sono quelli che ai tempi del medioevo avrebbero ricevuto un trattamento educativo piuttosto duro.