ASSOCIAZIONE FAMIGLIA E LAVORO: IL SENSO ANTROPOLOGICO TRAVISATO E IL MATRIMONIO RIBALTATO

L’incontro-dibattito “Il matrimonio imperfetto”, organizzato dall’associazione Famiglia e Lavoro, è divenuto momento di analisi dell’istituto del matrimonio, traballante a causa dell’offuscata visione antropologica, fondamento della nostra cultura. In un albergo di Siracusa, alla presenza di un folto pubblico, ad introdurre i lavori è stato Francesco Pappalardo che, socio fondatore della predetta associazione, ha specificato come l’incontro si ponesse a margine del corso di orientamento familiare, svoltosi da gennaio a giugno scorsi sia nella città di Siracusa che ad Augusta. Lo stesso Pappalardo ha dato lettura di un messaggio augurale del presidente dell’associazione, Giuseppe Mandolfo, il quale si è detto certo della proficuità degli interventi ed ha annunciato la revisione in atto dello Statuto della suddetta associazione, così da ampliare gli ambiti di intervento, oltre che nella famiglia e nel lavoro, anche nel terzo settore Ha preso, poi, la parola l’assessore comunale allo Sport, nonché ex campione del mondo nel salto con l’asta, Giuseppe Gibilisco, che nel ringraziare gli organizzatori per l’invito, ha auspicato un rapporto di collaborazione con l’associazione al fine di orientare al meglio, anche tramite il collante dello sport, il rapporto tra genitori e figli. Luccio Fazio dell’OEFFE Catania Famiglia & Società, si è soffermato sui corsi di orientamento familiare “che, partendo dall’esame di un singolo caso, rappresentano un momento di confronto e di avvicinamento fra le famiglie partecipanti divise in piccoli gruppi.” <<L’OEFFE – ha detto – è un’organizzazione nazionale presente in molte città italiane, tra cui Catania e Palermo>>.

La relazione centrale è stata affidata a Mariolina Ceriotti Migliarese, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, e che, autrice di numerosi testi, collabora con la redazione della testata Avvenire. <<Sempre più raro – ha detto – il matrimonio non soltanto non rappresenta una scelta maggioritaria, ma neanche la prima scelta, poiché è preceduto da una convivenza che solitamente sfocia in un’unione coniugale dopo la nascita del primo figlio. I cambiamenti, che a ritmo serrato si stanno registrando nel contesto culturale, stanno mettendo a repentaglio la visione antropologica cristiana e laica posta a fondamento della nostra cultura. Abbiamo sempre creduto di essere figli di un Dio creatore, venuti al mondo perché chiamati ad assolvere un compito ben preciso, ossia mettere a frutto i propri talenti. Il mancato riconoscimento di noi esseri umani quali creature sta facendo venire meno anche il concetto di chiamata, vocazione sostituita dall’auto-realizzazione. La differenza sessuale è il fondamento dell’antropologia cristiana e non, poiché i generi femminile e maschile unendosi diventano creatori come Dio. Attualmente, assistiamo non più ad un incontro tra due persone, ma tra due corpi per i quali l’unica regola è il reciproco consenso, tant’è che della mancanza di quest’ultimo si parla nei casi di violenza sessuale.>> Mariolina Ceriotti Migliarese si è dunque soffermata sul concetto di libertà. <<Quella che un tempo veniva considerata come possibilità di scelte consapevoli – ha detto – è adesso concepita come possibilità di annullare qualsiasi scelta. Un pensiero travisato che mette in crisi la libera promessa che è alla base del matrimonio. Quel “per sempre” che aleggia sulla promessa matrimoniale non è da intendere come una previsione di immutato sentimento nel tempo, molto forte, tra l’altro, nella fase dell’innamoramento, ma come presenza costante per l’altro o l’altra in qualsiasi occasione anche dolorosa. Il futuro coniuge non si sceglie perché è la persona giusta, ma diventa giusta perché la si sceglie. >> La relatrice, dunque, ha parlato dell’alleanza che, tra marito e moglie, deve far seguito alla complementarietà e della felicità quale naturale conseguenza della creatività. Lucia Corsale